giovedì 27 settembre 2007

Il Tempo:Scalia incassa da rifondazione una bocciatura per l'aeroporto



Il presidente chiede di rivedere il «no» all’infrastruttura, altrimenti sarà rottura politica
di LUCA SERGIO MENTRE si attende il verdetto sulla decisione in merito all’ubicazione del terzo scalo aeroportuale del Lazio (al quale, come si sa, con Viterbo e Latina è candidata anche la nostra provincia), scoppia una vera e propria «grana» all’Amministrazione provinciale. Pur in un momento molto delicato in quanto il ministero dei Trasporti dovrebbe rendere noto il proprio parere tecnico verso la metà dell’entrante mese di ottobre, un problema politico è scoppiato improvvisamente tra il presidente della ginuta di centrosinistra, Francesco Scalia, e la federazione provinciale della Rifondazione comunista nella quale viene fatalmente coinvolto anche l’assessore di riferimento, Francesco Giorgi, ai servizi sociali. Si tratti di «strappo» o di «allarme rosso», come riferisce l’agenzia giornalistica «Il Velino» che dà notizia dello scontro, i fatti sono presto ricapitolati. Dopo più di una dichiarazione nettamente contraria all’aeroporto del segretario provinciale del Prc, Gaetano Capuano, il presidente della Provincia non ha retto più per cui ha messo per iscritto la sua rabbia scrivendo così sia a Capuano che a Giorgi. «Leggo sulla stampa – esordisce Francesco Scalia – la nota diffusa dalal federazione del Partito della Rifondazione comunista che manifesta la decisa contrarietà in merito alla realizzazione dell’aeroporto civile di Frosinone, sottolineandone i rischi per il territorio e per l’ambiente. A prescindere dalla totale inesattezza di tali affermazioni, che dimostrano l’assoluta ignoranza del nostro progetto e che, lungi dal portare un contributo di riflessione, suscitano invece inutili e infondati allarmismi, debbo ricordare che il progetto di realizzare un aeroporto civile a Frosinone era nel programma elettorale della coalizione di centrosinistra, promossa nel 2004 dal consenso manifestato dai cittadini della nostra provincia: un programma sottoscritto anche dal Partito della rifondazione comunista». «Una posizione sbagliata che, oltre a vericolare una disinformazione pericolosa per il territorio perché è in grado di comprometterne le possibilità di crescita – prosegue Francesco Scalia con un crescendo di rabbia rinfacciando al Prc di non tenere conto dell’impegno assunto su un punto importante del programma – dà all’opinione pubblica il senso di una non piena condivisione del progetto da parte delle amministrazioni coinvolte, proprio quand oinvece, sia nella Provincia che nel Comune di Frosinone, non solo le forze politiche di maggioranza ma anche le forze di opposizione si sono espresse con convinzione per la realizzazione di questa fondamentale infrastruttura». Dopo avere rinfacciato ai bertinottiani di avere inopinatamente cambiato posizione, il presidente Scalia arriva a quello che potrebbe essere lo sbocco della vicenda: o Rifondazione cambia parere oppure la faccenda diventerà politica con un’inevitabile fuoriuscita del partito della sinistra alternativa dalla giunta provinciale. A «Il Velino», infatti, ha dichiarato che si vedrebbe costretto ad «assumere le conseguenti inevitabili iniziative politiche». Insomma, un vero e proprio «aut–aut»: o il Prc conferma l’impegno assunto nel programma elettorale oppure verrà ritirata la delega assessorile a Francesco Giorgi. La questione è diventata talmente importante dal punto di vista politica che il segretario provinciale del Parc, Gaetano Capuano, ha convocato per questa sera alle ore 19.00 nei locali della federazione in Corso della Repubblica il direttivo provinciale ed, a sottolineare l’importanza del passaggio politico, interverrà il segretario regionale Guido Mozzetta. Capuano conferma che «Il momento è molto delicato» mentre l’assessore Giorgi si rifugia nel classico «No comment». L’esito della riunione, salvo sorprese, appare però scontato e lo si deduce dal fatto che i dirigenti comunisti hanno già chiesto a Scalia un incontro per martedì. Per dire che cosa? Per confermare il «no» all’aeroporto perché, rispetto al 2004, la situazione è cambiata?

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