mercoledì 22 ottobre 2008

Ryanair: venga a vedere cosa si perde


L'aeroporto di Viterbo è sempre più vicino. Il 23 ottobre si riuniranno Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, dell'Ambiente, Difesa, delle Attività culturali, Regione Lazio, Provincia e Comune di Viterbo, Enac, Enav, Anas e Ferrovie dello Stato per pianificare le strategie operative per rendere al più presto operativo il futuro aeroporto della Tuscia. Venerdì 23 ottobre, il commissario europeo ai Trasporti, Antonio Tajani, e Daniel Calleja, Direttore del trasporto aereo della Commissione europea, saranno a Viterbo per un sopralluogo sull'infrastruttura aeroportuale e per concordare le linee guida della realizzazione dello scalo viterbese.

Forse è proprio questo fermento politico istituzionale che ha fatto cambiare rotta all'amministratore delegato di Ryanair, Michael O'Leary, che, in vista della chiusura di Ciampino, comincia a strizzare l'occhio agli aeroporti di Roma per trovare un'alternativa su Fiumicino che gli consenta di salvare il salvabile. E pensare che solo pochi giorni fa il direttore marketing per il Sud Europa di Ryanair, Alessia Viviani aveva affermato:"se andiamo via da Ciampino andiamo via dal Lazio": parola di Ryanair!

Sicuramente Aeroporti di Roma, in questo momento in cui pende incertezza sul futuro di Alitalia, non potrebbe non essere allettata dalla proposta del cliente irlandese, indiscutibile detentore del primato europeo di “re dei low cost”. Una decisione in tal senso, però, potrebbe generare un effetto “boomerang” sul destino dei gestori degli aeroporti romani, dovuta alla conseguente reazione da parte delle compagnie convenzionali che vedono la concorrenza di Ryanair molto pericolosa.

La questione è semplice ed è già stata affrontata dagli altri paesi del vecchio continente: gli aeroporti principali sono destinati ai "full service carrier" quali ad esempio Alitalia e gli aeroporti più periferici sono finalizzati ai vettori "low cost", così come già si verifica a Parigi, Bruxelles, Londra, Barcellona, Francoforte, Stoccolma, Amburgo e molte altre città.

Quest'ultimi sono i cosiddetti "scali di prossimità", e distano tutti tra i 70 e i 120 chilometri dalle città di riferimento e ospitano, in genere, compagnie a basso costo che offrono prezzi ridotti proprio grazie ad economie di gestione aziendale, fra le quali assume rilievo fondamentale la scelta dell'aeroporto di riferimento; ciò consente, infatti, di pagare ridotte tasse aeroportuali e di ottenere bassi costi di esercizio.

Solo in Italia si è consentito ai voli low cost di atterrare in un aeroporto come quello di Ciampino, posto pressoché al centro di Roma, penalizzando, così le altre compagnie convenzionali, prima tra tutte Alitalia.

Ora che il Governo e le Istituzioni cercano di raddrizzare il tiro, allineando la politica aeroportuale italiana a quella degli altri paesi europei, Ryanair punta i piedi per mantenere i vecchi privilegi. Dovrà, però, fare bene i conti: ci sembra logico affermare che nessuna compagnia privata si farà scappare un affare come Viterbo. Non sarebbe allora meglio che O’Leary si facesse un giro a Viterbo per vedere cosa si perde.

Giovanni Bartoletti

Assessore all’aeroporto di Viterbo

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