domenica 21 settembre 2008

Aeroporto: Un volano per la Tuscia

di Giovanni Bartoletti

Ryanair minaccia di non andarsene da Ciampino. Perandini, Sindaco di Ciampino, ribadisce a Ryanair che è necessario che lo scalo della sua città, ancor prima della realizzazione del nuovo aeroporto di Viterbo, prevista per il 2011, dovrà tornare ad essere uno scalo riservato esclusivamente ai voli istituzionali. Riggio, presidente dell’ENAC, afferma che senza ferrovia non si farà nessun aeroporto. Tajani, presidente della commissione Europea ai trasporti dice che la decisione di realizzare lo scalo della Tuscia è ormai irrevocabile e si dichiara disposto ad elargire finanziamenti dell’Unione Europea. In questo ginepraio di dichiarazioni è necessario provare a fare un po’ di chiarezza per capire cosa avverrà a Viterbo nel prossimo futuro e per ribadire che lo scalo della Tuscia non sarà solo lo scalo di Roma. Alcuni importanti dati relativi al terzo aeroporto della Lombardia, Orio al Serio, offrono interessanti spunti di riflessione in merito, da tenere bene in mente, con i dovuti parametri correttivi, nella pianificazione e comprensione di quello che sarà lo scalo della Tuscia.

L’aeroporto bergamasco (18.845 posti di lavoro per un indotto complessivo annuo di 2,2 miliardi di euro) che rappresenta per Milano quello che Viterbo rappresenterà per Roma, gestisce un traffico di circa 6 milioni di passeggeri annui, ma, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, solo il 24% di essi è milanese. Circa il 20% dei passeggeri proviene infatti da Bergamo, il 10% proviene da Brescia ed un altro 23% dalle altre province lombarde, dal Veneto e dall’Emilia; i restanti passeggeri provengono da altre regioni italiane. Quindi, oltre metà degli utenti del famoso aeroporto “milanese” provengono da una macro area limitrofa allo scalo paragonabile alla nostra Tuscia ed ai territori con essa confinanti (Umbria e Toscana). Quel che più stupisce è il target dei passeggeri: ci si reca a Bergamo prevalentemente per vacanze turistiche (58,4%) e per motivi di famiglia, salute e studio (22,8%) e non già, come si potrebbe pensare, per business (22,8%). Senza faziosi campanilismi forse da noi quel 58,4% di turisti potrebbe anche spingersi più in alto. Ma quel che più lascia sbalorditi è il mezzo intermodale con cui si raggiunge l’aeroporto o da questo ci si sposta altrove: 35,95% accompagnati, 22,2% auto propria e parcheggio in aeroporto, 22% autobus, 5,2% auto a noleggi, 6,3% taxi e solo un 7% dei passeggeri usa il treno. Fatti i conti, se ne deduce che si recano a Milano da Bergamo con il treno non più di 250 passeggeri al giorno, meno di 100.000 passeggeri complessivi all’anno su 6 mil di passeggeri trasportati. Non siamo proprio un popolo di trenofili.

In buona sostanza, prendendo per buoni i dati suddetti, lo scalo della Tuscia, verosimilmente simile a quello di Bergamo, potrebbe essere utilizzato prevalentemente da utenti concentrati in una macro-zona epicentrica a Viterbo. Molti saranno i turisti. Per i collegamenti appare fondamentale ed ineluttabile costruire in tempi ragionevoli una linea ferroviaria veloce di collegamento tra Roma e Viterbo, indipendentemente dalla realizzazione dello scalo, per consentire soprattutto ai viterbesi di raggiungere la capitale con tempistiche fisiologiche. Subordinare la realizzazione dello scalo al treno veloce per la capitale, invece, vuol dire non realizzare nell'una nell'altro. Sarà, infatti, proprio la realizzazione dell'aeroporto, il volano che consentirà di incrementare i livelli di accessibilità alla nostra città sia via ferro e via gomma. Con questi dati alla mano Ryanair probabilmente capirà che il suo monopolio è in bilico, perché, se deciderà di non venire a Viterbo, le compagnie low cost concorrenti saranno sicuramente attratte da un bacino d’utenza che solo in parte potrebbe essere romano. Riggio si convincerà che per iniziare a realizzare lo scalo della Tuscia sarebbe sufficiente programmare una ferrovia Roma Viterbo, avvalendosi, per ora, del collegamento con bus navetta sino ad Orte e del successivo utilizzo della linea ferroviaria Orte – Roma Termini. Le conclusioni cui giunge uno dei più importanti Studi nel settore infrastrutturale legato agli aeroporti, il Centro ICCSAI (International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry), sui Livelli di accessibilità dell’Aeroporto di Viterbo, dimostrano inequivocabilmente che, anche in assenza (per ora) di ferrovia per Viterbo, la miglior soluzione disponibile allo stato attuale, dal punto di vista dei collegamenti stradali e dei servizi ferroviari offerti, è proprio quella suddetta, che prevede tempi medi per raggiungere Roma Termini di 96 min, mentre Roma tiburtina si raggiungerebbe in soli 91 minuti.


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